#5 – L’implacabile forza delle piccole percentuali

In alcuni dei post visti finora, come l’introduzione a questo blog, vi parlo di numeri che possono sembrare strani.

“100 euro risparmiati al mese fanno quasi 90.000 euro di differenza in 35 anni”

calcolo impatto interesse
Uh?

Direte voi:
“100 euro al mese = 1200 euro all’anno”.
“1200 euro all’anno per 35 anni = 42,000 euro”.
“Da dove vengono gli altri quaranta e passa mila euro?”

Grosso errore: vi state dimenticando i rendimenti, positivi o negativi, che possono avere i vostri investimenti.

Negli ultimi 25 anni, la borsa europea ha reso, in media, circa il 7% annuo. Togliendo un’inflazione del 3%, otteniamo un rendimento netto del 4% (l’inflazione in realtà è stata più bassa, circa il 2%, ma siamo conservativi che non è ancora il tempo di eccitarci).
I 1200 euro che metterete in borsa il primo anno avranno quindi la bellezza di 35 anni di tempo per ingrassare del 4% netto all’anno.

Vi sembra poco? Facciamo i conti.

La formula per calcolare il valore finale di una somma S che rende un interesse I (ricordate che 4% equivale a 0.04) per N anni è la seguente:

Calcolo valore finale interesse dopo N anni
semplice no?

Nel nostro caso equivalente a:

1200 euro dopo 35 anni con interesse 4
cazzo!

Quattromilatrecentosettantacinque euro (e trenta centesimi). Badate che sono euro di oggi, perché l’inflazione l’abbiamo tolta.

Sapete che significa? Che nel corso di trentacinque anni, i soldi che risparmiate il primo anno di lavoro, se investiti, creeranno da soli valore equivalente a quasi altri tre anni di risparmio!

Questa è la forza delle piccole percentuali nei lunghi periodi, una specie di goccia che scava la roccia.

Questa forza è però un’arma a doppio taglio.

Se non investite i vostri soldi ma li tenete sul conto corrente, le percentuali remeranno contro di voi: l’inflazione è, di fatto, un rendimento negativo.

Nell’area euro (basata sul tanto bistrattato modello tedesco) l’inflazione è stata molto bassa negli ultimi 25 anni, diciamo un cazzometrico 2%.

per una volta: grazie, euro.
per una volta: grazie, euro.

Rifacciamo i conti, utilizzando questa volta un rendimento negativo del -2%.

quanto mangia inflazione 2 su 1200 euro in 35 anni
cazzocazzocazzo

Cinquecentonovantuno punto sette euro!

Trentacinque anni di inflazione hanno quasi dimezzato il vostro risparmio. Bel dramma.
Ma aspettate, c’è di peggio: con una più normale inflazione del 3%, il vostro capitale si sarebbe ridotto del 65%, con un valore finale di 413 miseri euro.

Morale della favola:

La prossima volta che pensate “io non investo in borsa, è troppo rischioso, preferisco la certezza del cash” ricordatevi che l’unica certezza che avete è di perdere il 50% dei vostri risparmi ogni 35 anni, NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI.

Naturalmente, più tempo ha una somma per subire gli effetti delle piccole percentuali, più grande sarà l’impatto, positivo o negativo. Per questa ragione è bene iniziare ad investire il più presto possibile, perché i primi soldi che investite sono quelli che nel lungo periodo cresceranno di più.

Visto che vi voglio bene, ho creato un semplice foglio excel che vi permetterà di verificare l’andamento delle vostre somme risparmiate.

File Excel

Le celle da riempire sono solo le due in giallo, mentre le celle con l’angolo in alto a destra rosso contengono miei commenti/spiegoni. Ricordate che se volete vedere quanto vi punirà l’inflazione, basta inserirla come un rendimento negativo.

fanno mille euro grazie
fanno mille euro grazie

25 thoughts on “#5 – L’implacabile forza delle piccole percentuali

      1. scherzavo, ma non così tanto, comunque lui è uno di quelli che si fa “vendere” gli investimenti dagli impiegati di banca, la “roba sicura”, come mai nei post precedenti dicevi che sono monnezza?
        Per quanto mi riguarda comunque hai tutta la mia attenzione, appena i miei risparmi me lo consentiranno seguirò i tuoi consigli, oh uomo Trve.

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      2. Quello che ti vendono le banche è spazzatura perché di base impacchettano tutte cose che potresti comprare tu da solo a spese nulle (indici azionari o obbligazionari) e ci attaccano Fees ovunque, abbassando i rendimenti.
        Se sai un minimo di matematica e trovi qualcuno che ti indica dove guardare, nel giro di un mese sei indipendente e compri le stesse robe sicure, solo con uno 0.5% di spesa massimo invece del 2 e passa.

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  1. Questo post contiene una apparente ovvietà, ovvero che il cash subisce gli effetti dell’inflazione. Purtroppo quasi nessuno (io fra questi) assimila fino in fondo quanto questo sia impattante sulle nostre finanze.
    Grazie Andrea per avermi fatto riflettere sul fatto che Il cash è molto più che rischioso perché fa perdere soldi con assoluta certezza, e con altrettanta certezza non fa guadagnare. Finalmente, con drammatico ritardo, ho capito che investire il proprio denaro è l’unico modo per non perderlo.

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  2. Ciao Andrea.
    Ho una domanda:
    Sono uno studente, ho circa 3K euro conservati per dei lavoretti che ho fatto (soldi che non spenderò o comunque non spenderò in toto)
    Ha senso investire una somma così ridicola (3000*1.04^4=3400, 3000*0.97^4=2600) in modo da crearmi un cuscinetto per quando dovrò trasferirmi post-università?
    Oppure il rischio (dato il relativamente breve termine) non vale la candela?
    Comunque ho scoperto da poco il blog e sto facendo binge-reading, great work!

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